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La retorica dell’”autoconformismo”.

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La buona comunicazione impone a più livelli una riflessione sui linguaggi che impiega. Nazareno di Tp Domani ci consegna una riflessione legata all’uso di stereotipi e retorica poco ammiccante. 

La retorica dell’ ”autoconformismo”

E’ vero. Mai asserito il contrario.

La nostra società mantiene intatto, tra le sue pieghe, il solido influsso del maschilismo, e l’automobile tra le sue massime icone.

Dobbiamo sbrigarci però. Visti i tempi, infatti, può essere che il pensiero di avere un buon motore scivoli gradualmente al terzo, quarto cassetto delle priorità esistenziali (della serie “dammi una Ferrari e io…mi ci compro una casa”); aggiungiamoci l’odierna penuria di petrolio e accetteremo forse la provocatoria idea di un settore che avrà bisogno di particolare inventiva per rigenerarsi costantemente in futuro.

Stop alle speculazioni socio-economiche, largo alla volgare analisi della odierna comunicazione automobilistica. Prodotti diversi per target diversi, come è logico che sia. Ma non sempre strategie comunicative altrettanto variegate.

L’ispirazione è stata la rassegna dei 66 spot che hanno attorniato la recente edizione del Super Bowl americano, tra i quali ben 16 provenivano dall’industria automobilistica. Di tutti i gusti.

- (“sexy girl”) il classico, ma meno scontato del previsto binomio car/sexy woman della sempre più “American” Fiat 500

-Volkswagen: (“the dog strikes again”) semplice, simpatico, efficace, continua ad appoggiare la sua trama sulla suggestione interplanetaria di Star Wars e del piccolo Darth Fener protagonista del precedente espisodio “The Force”. Inattaccabile quanto ad impatto, ma sulle cui razionali fondamenta strategiche si potrebbe discutere a lungo.

-Chevrolet Camaro (“Happy Grad”), con la soluzione forse di maggiore forza comunicativa, che riesce a coniugare una decisa soluzione ironica alla costante presenza narrativa del prodotto che è sempre in primo piano. Se non avete visto, a voi questa breve riflessione in funzione di “teaser”.

Ma in mezzo a tanta prolificità creativa si annidano soluzioni ripetitive, prevedibili ed addirittura nefaste nella loro controproducente immortalità.

Più che alla realizzazione finale infatti, la riflessione mira al concept originario che si riproduce sotto svariate forme ma mantiene la sua validità di messaggio. Questo aspetto fa parte di tutti i settori merceologici, dai meno stimolanti a più colorati creativamente parlando. Ma per rendere al lettore un esempio concreto che dia senso a tutto ciò, e per farla breve, vuoterò il sacco:

“basta con la sematica della trasgressione!”

Qualcuno di voi odierà quell’irrazionale inquietudine oscillante tra la follia e lo stakanovismo autolesionistico che pervade le signore del detersivo, pronte a ricoprirsi i vestiti d’ogni sorta di sostanza organica per mostrare le eccelse virtù del prodotto; che dire dell’ammiccante incomprensibilità degli spot dei profumi d’alta moda, camuffata da un tipico disinvolto inglese che conferisce loro una (presunta) maggiore serietà?

Perché allora questo costante riferimento alla trasgressione, alla rottura degli schemi per l’acquisto di una semplice automobile? E anzi, magari fosse sempre semplice, l’automobile! Capita spesso di ascoltare il solito messaggio di “consumo anticonformista” osservando omoni di due metri freschi di passerella che innestano la loro delicatissima terza marcia con la sola falange e, soprattutto, trovano parcheggio ovunque, con il pensiero.

Lo stesso claim che intima al consumatore di vivere come un “no man” o di trasformare in regola il coraggio di “osare” promuove un prodotto che effettivamente implica un gesto ardito, ma solo di portafoglio.

Come a dire : “dove sta l’armonia tra il messaggio ed il prodotto?”; “dove può portare una così assurda incompatibilità?”.

E’ questione di armonia, questione di rispetto. Le parole sono sacre, e un pubblicitario deve comprendere il modo migliore di associarle alle cose, senza presunzione.

Parola-cosa; parola-cosa; parola-cosa. Non è in fondo quello che facciamo sin da bambini? Vediamo di continuare, allora.

Post scritto da Nazareno87@ TpDomani


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